Angeli bianchi , portatori di amore incondizionato; frutto di un’attenta selezione genetica; angeli dal carattere mansueto che si distinguono per il loro mantello di varie colorazioni affascinanti ed eleganti, ricercate in tutto il mondo.
I bassotti sono sicuramente tra le razze canine che possono mostrare e portare maggiori varianti di colorazioni. Sebbene l’ultimo Standard FCI (2001) ha notevolmente limitato le potenzialità cromatiche rispetto al precedente, che in pratica escludeva solo il bianco e il nero solido, il presente excursus si propone di spaziare anche sui toni e i disegni non ammessi. Questo per dare una descrizione più completa possibile, ma non solo. I colori eliminati sono infatti per la maggior parte recessivi e come tali possono riproporsi dopo generazioni, tenendo conto soprattutto delle sempre più frequenti importazioni da Paesi (come gli Stati Uniti e l’Inghilterra) nei quali sono quasi tutti ammessi dagli Standard e in ogni caso prodotti in modo continuo se non esponenziale.
Questo colore del manto è il fiore all’occhiello dei Paesi anglosassoni, dove questo colore è molto amato e ricercato. E’ una diluizione del fulvo, che porta una luminosa e raffinata tinta crema, di grande effetto nei pelo lungo (Figura 7-A). E’ determinata dall’allele recessivo “cch” (“chinchilla”, cincillà) che, nella sua forma omozigote, depigmenta la feomelanina e lascia intatto il pigmento scuro. Se agisce su un fulvo dominante (“ay”), dà il “true English cream” (vero English cream); se ha effetto su un fulvo recessivo (“ee”), porta il “clear English cream” (English cream chiaro). In entrambi i casi occhi, tartufo e unghie rimangono neri. Allo stesso modo, in caso di residuo di pelo scuro sul manto dei dominanti (”shaded English cream”, English cream carbonato), le carbonature sono scure (Figura 7-B). I soggetti adulti dei fenotipi true e clear si distinguono con difficoltà, mentre i cuccioli si riconoscono da subito molto facilmente. Il true English cream nasce infatti interamente coperto da peli scuri (Figura 7-C); il clear English cream si mostra invece subito di un uniforme e dorato color camoscio (Figura 7-D). Entrambi vanno mano a mano schiarendo il manto durante la crescita. Sono sempre dovuti all’azione di “cchcch”, in questo caso solo sulle focature, i bicolore nero (Figura 7-E) e marrone (Figura 7-F) focato crema. Se “cchcch” agisce sul pelo duro, dà la variante detta “weathen” (grano, Figura 7-G). Il cream viene usato anche sul disegno arlecchino (Figura 7-H), sul tigrato (Figura 7-I) e sul piebald (Figura 7-L). Il cosiddetto “American cream”, oggetto di non poche controversie e polemiche, perché spesso confuso con l’“English cream”, mostra invece sostanziali differenze genotipiche. E’ infatti dato dalla forma recessiva omozigote “dd”, che può avere effetto sul fulvo sia dominante sia recessivo. Gli American cream presentano quindi anche nel fenotipo una diluizione più o meno intensa delle eumelanine, occhi, tartufo e unghie compresi. Nei carbonati il pigmento scuro è anch’esso diluito. I cuccioli nascono inoltre molto chiari, quasi bianchi, e scuriscono il mantello in crescita
Questo colore del manto è il pezzato, dato dall’allele recessivo “Sp” che determina sul manto aree depigmentate con disposizione casuale estese almeno sul 50% del corpo che visivamente sono bianche. LOCUS “T” (“Ticking”) Determina la punteggiatura delle zone bianche T t DOMINANTE su “t”. Determina le punteggiature sulle zone bianche. Alla nascita tali punteggiature sono assenti. Il loro colore è quello di base del soggetto. RECESSIVO nei confronti di “T”. Lascia il bianco puro.
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